L’ascolto profondo con il Metodo A.Tomatis

Riconosciuto valido nel 1957 dall’Accademia Nazionale di Medicina e dall’Accademia delle Scienze di Parigi, è un metodo di audio-psico-fonologia basato sulla relazione esistente fra orecchio, linguaggio e comunicazione.

Ideato intorno agli anni ’50 dal Professore Alfred Tomatis (1920-2001), medico-chirurgo-otorinolaringoiatra, è una tecnica di stimolazione sensoriale e d’intervento pedagogico il cui fine è di migliorare il funzionamento dell’orecchio, non solo inteso come organo percettore del suono. Infatti, l’orecchio è strettamente legato alla comunicazione verbale, al desiderio di comunicare e di imparare, alla consapevolezza dell’immagine corporea e al controllo audio-vocale e motorio. 

Fin dal concepimento viviamo immersi in un flusso di stimoli sonori, che hanno la facoltà di “in-formarci”, influenzando in maniera positiva o negativa il nostro sviluppo. Il metodo A.Tomatis rappresenta una tecnica innovativa capace di risvegliare, stimolare e accrescere le infinite potenzialità del Sé. 

L’intervento del metodo si realizza attraverso l’utilizzo di strumentazioni elettroniche sofisticate e soprattutto con l’utilizzo del cosiddetto “Orecchio Elettronico”, simulatore dell’orecchio umano.

Quindi, si stimola la muscolatura dell’orecchio, vera porta d’ingresso verso il sistema nervoso, portando quest’ultimo ad acuire la capacità di attenzione su determinate frequenze che altrimenti verrebbero ignorate.

L’orecchio elettronico, collegato a registratori professionali e di alta fedeltà riproduttiva, riceve, regola e distribuisce principalmente musiche di Mozart e canti gregoriani attraverso una cuffia munita di auricolari per l’ascolto aereo, e di un apposito dispositivo per l’ascolto osseo del suono.
Lo scopo di questa ginnastica acustica è quello di riattivare due parti dell’orecchio: la coclea, responsabile delle funzioni uditive e dell’analisi dei suoni e il vestibolo, la parte che controlla l’attività muscolare, l’equilibrio e lo schema corporeo.

L’orecchio è l’organo di senso che per primo si forma, funzionando già dal quinto mese dalla data del concepimento. La coclea, già allora completa nella struttura, registra e memorizza i suoni provenienti dal primo ambiente: quello uterino.
Questi suoni sono il primo gradino della comunicazione e della vita di relazione che man mano si faranno sempre più elaborate attraverso la qualità dell’ascolto, l’evoluzione del linguaggio e il livello di coscienza.
Mediante l’ascolto di suoni opportunamente filtrati, cioè simili a quelli udibili allo stadio fetale, è possibile arrivare a riorganizzare esperienze emotivamente traumatiche che possono avere ostacolato la funzione attiva dell’orecchio e, quindi, dell’ascolto.
L’orecchio umano, non solo si occupa di percepire i suoni (dai 16 ai 20.000Hz) e distinguere gli alti dai bassi, il timbro, la durata e l’intensità, ma permette anche di localizzarli nello spazio, di analizzarli e di fungere da filtro, cioè definire i suoni che si vogliono sentire da quelli che non si vogliono sentire. Anatomicamente l’orecchio si compone di una parte esterna, una media e una interna. Quest’ultima, particolarmente importante, è composta dalla coclea e dal vestibolo come già accennato prima.
La coclea, come una dinamo, invia energia al cervello e analizza i suoni acuti. E’ rivestita di circa 24.000 cellule che rispondono alle stimolazioni delle alte frequenze, mentre solo qualche decina di esse si occupa dell’analisi dei suoni gravi. Un tale lavoro di analisi si trasforma in impulso nervoso che, trasmesso al cervello sotto forma di energia, viene poi distribuita a tutto il corpo.
Il vestibolo, è simile a un’antenna che rileva informazioni provenienti dai movimenti muscolari:
-Consente l’equilibrio e la verticalità, fornendo la base per un’acquisizione corretta della postura;
-Regola la tonicità muscolare (il vestibolo tiene sotto controllo quasi tutti i muscoli del corpo);
-Consente di coordinare il movimento (come la marcia, la scrittura, lo sport,…);
-Permette di percepire il ritmo e le cadenze, indispensabili per poter parlare, cantare, ballare;
-Consente di acquisire progressivamente lo schema corporeo (sapere dove si trovano le parti del corpo e posizionarle nello spazio).

Quindi, ascoltare rappresenta un processo che investe globalmente l’organismo, caratterizzando anche la postura e il livello energetico dell’uomo.
Dalla capacità di ascolto dipendono la comunicazione verbale, il desiderio di comunicare e imparare, la consapevolezza dell’immagine corporea, il controllo audio-vocale e quello motorio.
Alfred Tomatis scrive: “L’ascolto umano si rivela essere la facoltà più delicata che l’uomo può possedere. L’ascolto non ha niente di paragonabile con la fisiologia uditiva così come è abitualmente considerata. A mio parere, esso è la facoltà essenziale dell’uomo; è una sorta di percezione che si estende a tutta la sua corporeità, vale a dire all’insieme del corpo integrato nelle dimensioni del campo cosciente (…); questo approccio relativo all’ascolto risiede nel fatto che esso è ciò cui l’uomo deve tendere… Simile a un sasso, come una pietra solidamente e pesantemente inerte, dotato di una memoria stagnante, con l’unica preoccupazione di aspettare, l’uomo si lascia spesso trascinare nello spazio e nel tempo senza altra partecipazione che quella causata dalla sua presenza che egli stesso ignora. Esistere senza saperlo significa non vivere”.

Insieme all’orecchio, tutto il corpo ascolta attraverso la conduzione ossea del suono. E’ una percezione non cosciente, ma la sua qualità può influenzare lo stato d’animo e il benessere psicofisico.
Il metodo A.Tomatis aiuta a sviluppare questa percezione. Una persona che ascolta bene diventa cosciente della propria postura, sviluppa una schiena dritta, ma non rigida, la testa prende la giusta distanza dalle spalle con collo e mascella rilassati, il torace si apre per favorire un’ampia respirazione, l’approccio verso la vita è sereno.
E’ svelando le scorie che ricoprono l’involucro dell’essere e lo confinano nella rigida veste della personalità dell’inconscio che viene offerta all’uomo la via della sua umanizzazione.
E’ stata data all’uomo la facoltà di esistere sapendolo, affinché egli possa iniziare a divenire, vale a dire a vivere. Sentire in sé la vita che si svolge e si attiva, cogliere lo scorrere continuo dell’energia che essa rappresenta, immergersi in questa essenza sino a esserne interamente impregnato, sono le grandi funzioni umane per le quali ogni individuo dovrebbe sensibilizzarsi.
Per Alfred Tomatis, ascoltare vuol dire sentire vibrare l’interiorità allo scopo di accordarlo all’unisono con l’ambiente preso nella sua globalità. E’ restare in comunicazione con l’Essere che vive senza che possa affiorare alcuna interferenza esterna a questa Essenza. Questo Essere è la vita, la Coscienza.
Questo percorso di liberazione sensoriale non sopprime i substrati della personalità, ma al contrario permette di conoscerli e analizzarli meglio, migliorando così la propria qualità di vita.
L’ascolto si instaura come affermazione di una struttura che può raggiungere ogni individuo alla ricerca del suo ritmo personale.

“L’Essere, nella sua Essenza, inizia a penetrare la sua corporeità quando decide di ascoltare e vi è riuscito dopo un lungo e difficile cammino. Riuscire ad ascoltare rappresenta uno stadio elevato nella gerarchia delle funzioni poiché richiede il coinvolgimento della coscienza” – Alfred Tomatis

Per informazioni e appuntamenti:

Marie-Axelle Orset  mail ax.orset@gmail.com  telefono 340 8210352

Il Centro “I Colori dell’Ascolto”  applica il Metodo A. Tomatis, ed è gestito da Marie-Axelle Orset formata presso il Mozart-Brain-Lab di Saint Truiden (Belgio).